Category: personal


Finale

http://www.editoriadipoesianettuno.it/

Fiera dei piccoli editori nel Lazio e 1° Festival dei Poeti

Finalista con una poesia al concorso Detto Scritto. Incrociamo le dita il 3 ottobre alle 11.00 Reading al Forte Sangallo, Nettuno.

Cosa faccio

Dal 22 giugno del 2011 il blog non viene aggiornato. L’esperienza straordinaria di scriptavolant come tutte le cose umane è finita. Tutto quello che troverete on line è il frutto di lavoro e passione degli ultimi 10 anni. E’ tempo di aprirsi ad altre cose ma soprattutto di staccare un po’ la spina e ricominciare a studiare. Il futuro sta cambiando. Un grazie a tutti coloro che leggendo e commentando hanno contribuito a far crescere questa esperienza e la mia conoscenza.

***** in epigrafe ******

Mi occupo di ICT e internet da oltre dieci anni; di informatica da molto più tempo. Ho aiutato aziende e professionisti a: scrivere sul web,  farsi trovare in rete, migliorarel’usabilità dei siti. Ho cambiato lavoro ma svolgo attività di tutoring on line. Scrivete a fabio.masetti (chiocciola) gmail.com, fate un salto  al Gentes B&B oppure su i vari social network:

fabio masetti facebook scriptavolant su youtube

Tevere Grand Hotel

Roma ha il suo nuovo cantore: Alessandro Mannarino. Romano, gitano, suona e racconta una roma zingara, balcanica, latina, mediterranea. Una musica che è un concentrato di suoni folk provenienti da tutto il mondo e che trovano casa tra le strade di questa città eterna che è di tutti, che può e deve aprirsi a tutti e a tutte le culture.

Mannarino racconta storie avvincenti, magiche, umane, forti. L’ho sentito sabato all’Auditorium e non ci è voluto molto a capire che la sua strada è appena cominciata.

E brindiamo, a chi è come noi, al bar della rabbia….

Sto lavorando ad una serie di lezioni che vorrei proporre nella scuola di mio filgio e destinate ai docenti e ai genitori. Lo scopo: aumentare la consapevolezza nell’uso dei linguaggi dei nuovi media: video giochi compresi.

Vietare o semplicemnte contingentare il tempo davanti alla TV o qualsiasi altro strumento di comunicazione non è più sufficente a mio parare per “difendersi” dal bombardamento e dalla manipolazione. E’ necessario entrare nella grammatica  dell’audio del video e dell’interazione e sfruttarla per far passare valori e messaggi educativi.

L’immedesimazione è uno dei meccanismi più potenti, alla base del successo dei video giochi. Possiamo sfrutare la stessa potenza per educare.

In questo video ho preso lo spot di un noto e terrificante gioco di guerra Call of duty  e ne ho fatto una versione educational.

giudicate la differenza dell’impatto emotivo. Spero che tutti i ragazzi amanti di questo gioco ne rimangano colpiti e lo ricordino ad ogni partita che fanno.

La Versione originale la trovate qui http://www.youtube.com/watch?v=8toHfZm6jNE

Buona visione

 

NB:

non appena pronti scriverò un po di post sul progetto più ampio da proporre nelle scuole. Alla base ci sono alcune considerazioni tratte dal modello di BJ Fogg

Della poesia

Chiunque scriva ma ancor di più chi scrive poesia si trova, prima o poi, di fronte al tema del perchè lo fa. Del perchè spende tanto tempo ed energia nello scandagliare parole ed immagini, con che speranza, per chi e con che vantaggio, per se e per gli altri. Non economico questo è certo.
Si torva di fronte ,quindi, ad una declinazione del tema più ampio della fertitlità e della fecondità, della vita insomma. Cosa genera di concreto la poesia?  Le conseguenze delle emozioni che trasferisce, è, forse, la prima risposta. Le emozioni agiscono in concreto.
Si giunge allora subito ad un secondo problema. La possiblità del linguaggio, del proprio linguaggio, di incidere davvero sulla realtà. I versi possono far cambiare verso alla realtà, di un singolo, di una collettività? In assoluto si. Dipende dalle capacità del poeta, ovviamente. E allora ecco il terzo problema, figlio di quest’ultimo. Sono capaci, non le parole ma le “mie” parole di modificare la realtà? Che si potrebbe anche scrivere, è la mia realtà su un piano compatibile con quella di qualcun altro? Di chi legge?Esiste una possibilità vera di comunicazione?
Per questo si scrive, forse, poesia, per trovare una risposta a queste domande.
E allora la poesia diventa una preghiera; che sappia trasformare le parole in linfa, che doni loro la stessa forza che la natura dona ai suoi esseri viventi e che, come loro, nascano, vivano, muoiano e risorgano in un eterno ciclo che non conosce spazio se non il tempo, che non conosce forma, se non il continuo mutare della materia in mille forme  diverse. Ecco che si rilancia, allora, e il poeta chiede alle sue parole un miracolo.

MArted’ 27 ottobre alla libreria Gabi International, proverò per la prima volta a leggere un paio di poesie che ho scritto, grazie a questa iniziativa.  e grazie a serena e marco che la organizzano

alla libreria Gabi International

alla libreria Gabi International

Mentre rileggevo i testi e cercvavo alcune suggestioni per immagini ho scoperto anche una nuova funzionalità di Flickr. Le Gallerie.

Ho fatto un test quindi commentando i testi con la creatività degli utenti di flickr. divertente e stimolante.

Mc Link. miglior provider si servizi internet e voip

Mc Link. miglior provider si servizi internet e voip

Un utente soddisfatto dovrebbe essere l’obiettivo di qualsiasi azienda di servizi. Nel settore della connettività e telefonia ancora di più, data la competizione. Non avviene spesso. Per questo quando avviene, l’istinto ti porta a scriverso anche sui muri.

Sono utente MC Link per la connettività e il VOIP. Soddisfatto dal servizio e dal customer care sempre puntuale ed operativo, mi spertico in una lode perchè l’azienda in questione, oggi è andata oltre. Ha interpretato bisogni e problemi di un suo utente e li ha soddisfatti senza nemmeno il bisogno di richiederlo.

Avevo 2 contratti in essere con MC link. Uno dei due non serviva più e nel luglio di quest’anno ho chiesto la disdetta.

Per un impiccio burocratico, non dipendente da MC link, la procedura per la disdetta non era stata completata. Mancava la trasmissione via FAX di un pezzo di carta.

Hanno continuato a mandare le fatture. Un loro diritto.

Me ne sono accorto e con qualche mese di ritardo, rassegnato a pagare per l’ennesimo casino, ho inviato la documentaizone mancante e ricevo la seguente mail:

Gentile Sig. Masetti,
 
Le confermo di aver ricevuto la documentazione attestante la causa per la richiesta di disdetta anticipata (fallimento, liquidazione, decesso, chiusura attività).
 
In tal senso, la informo che provvederemo a partire dalla data del 09/08/2009 (30 gg dal ricevimento della richiesta di disdetta) a disabilitare l’account  di accesso ai servizi (Visp, Domini, Voip, etc.) nonché a cessare il collegamento ADSL presso Telecom Italia.
 
Riceverà in tal senso nota di credito per le fatture emesse a partire da tale data.

Una azienda che no si attacca al cavillo contrattuale ma pensa che è meglio investire su un cliente che negli anni ha protato conuque valore la dovevo ancora incotrare fuori dai manuali di marketing.

E’ ovvio che d’ora in poi non esistono altri provider.

MC Link.

nota:

chi scrive nonha alcun interesse societario o collegamento con l’azineda. Parla a nome del popolo dei consumatori.

Per chi si occupa  di servizi internet si può diventare partner MC Link

Dopo aver visto videocracy, tutta una serie di pietre che ho accumultato recentemente si sono infilate lungo un filo sottile per fare una bella collana di riflessioni.

Ho visto la puntata di Anno Zero, ieri: la clip chel’ha chiusa attorno al collo.

Il ciondolo che fa bella mostra di se è il documentario il Corpo delle Donne.

Ieri, grazie a Michele Santoro è andata in onda per l’ennesima volta la rappresentazione del nulla, dell’universo surreale nel quale si è trasfromata ormai la politica e la vita quotidiana in questo paese.

Il dibattito sulla libertà di stampa con puntate sugli effetti della crisi è stato un distillato di irreversibili, perverse violazioni di un qualsiasi ipotetico futuro e di tutti i concetti che hanno fino ad oggi costituito l’armamentario della teoria della politica, del diritto, della comunicazione e del giornalismo. Il funerale, in prima serata ,del buon senso. Il trionfo dell’opinabilità tout court che fa dell’assodato, del lapalissiamo, dello storico e dell’acquisito, dell’evidente, poltiglia; velenosa miscela del falso e del vero.

Attori di questa cerimonia, “non persone” di vario mestiere. Politici, Giornalisti, applaudenti spettatori. Un insieme di “non persone”, per un “non dibattito”, fatto di “non parole”. Campioni della nuova mutazione antropologica attualmente al potere: I videùmani.

La non persona per antonomasi è id ma osservarne ormai quotidianamente la produzione di massa mette davvero paura

E la non-persona è pura apparenza, senza movimento, semza cambiamento, senza spessore. Affrontando la non-persona non ha senso porsi domande sulle cause, bisogna, infatti, evitare il rischio di concedergli una qualche vittoria postuma: «Tu non sei creato dal trauma. Tuo padre e tua madre non furono diversi dai padri e dalle madri. Tu non sei determinato da pratiche sessuali: anche altri le compiono. Di te non va pronunciata la domanda: perché? Nessuna vittoria postuma va concessa a te, l’apparenza che simula di essere. L’apparenza, sganciata dall’essere, stermina».

 

tratto da Mauro Trotta che recensisce Hitler di Giuseppe Genna

Lost in Traslation

Ci sono cose che non capisco se non con molto ritardo e per caso.
Ho sempre amato Fernanda Pivano, ora lo so. In maniera strana. La conoscevo come traduttrice (Hemingway resta un faro per me) ma ad essere sincero non la seguivo da vicino. Era lei a seguire me. Saranno stati forse la sua dolcezza, i suoi occhi, la pacatezza, non so, ma riconoscevo qualcosa in lei di familiare, quasi materno. Per questo non la seguivo con attenzione come spesso non si segue la mamma. Intanto si sa che lei c’è. è li, sempre e comunque. Per questo la sua morte per me è stato un dolore fortissimo, acuito dalla confusione. Perchè mi manca la Pivano, che stimavo ma non seguivo come punto altre cose con attenzione?.
La risposta l’ho trovata l’altro ieri sera, guardando una sua intervista a Marzullo. Tutto ciò che diceva, a volte in maniera quasi letterale, lo avevo già sentito sin dalla mia infanzia dalla bocca di mia madre. Il suo modo di vedere il mondo e di stare al mondo, come lei lo raccontava, così mi è stato raccontato.
E’ straordinario come ci possa essere affinità tra persone distanti, apparentemente sconosciute le une alle altre, incosapevoli di tanta somiglianza. Sarà la terra, forse. La Pivano era genovese come lo siamo io e mia madre anche se sradicati e radicati a Roma da una vita ormai. Forse è questo che ci lega, non so.
Forse c’è davvero un tratto, un’ anima tra le pietre del Golfo di Genova, forse, davvero, chi nasce in una città eternamente cosmopolita, assorbe insieme al latte, un carattere un modo di essere e stare al mondo. Forse è davvero così. O forse è la consapevolezza della precarietà dell’esistenza che ha sempre di fronte chi di fronte ha il mare aperto.
Forse, allora, è il mare ha portare certo sapere e bagnandosi appena nati si viene batezzati tutti consacrati alla stessa chiesa. Forse è il mare che ci insegna che non c’è fortuna, ne destino, ne giustizia e poco amore ma che comuqnue ce la faremo ad arrivare in fondo, anche se il fondo non ci piace ed è da li che nasciamo, che l’importante è viaggaire e viaggiamo. Che anche se a noi, in fondo, non interessa il fine c’hanno dato spalle larghe per tirare e tirando qualcuno con lo lo portiamo dietro ed è quello l’importante; tirare, tirarsi dietro qualcuno che non sempre ce la fa.
Fernanda Pivano, se ne tirava dietro tanti, mia madre ne tira avanti ancora. Io sono uno di loro.


from flickr:mypixbox

Si sta sviluppando la reazione al tentativo pesante di dare forma giuridica al regime di condizionamento della stampa e della libera informazione che, da anni, ha trasformato una democrazia difficile in un regime telecratico.
Il ddl cerca di togliere di mezzo il fastidioso e assordate ronzio della rete imponendo il dovere di rettifica che vige per le testate giornalistiche, tornando ancora una volta ad equiparare i blog ai giornali.
Inutile cercare di smontare con argomentazioni lapalissiane l’ignoranza sulla quale si fonda un tale principio, mi limito solo a fare qualche rapida osservazione:

i blog oltre a non essere testate giornalistiche hanno un’altra peculiarità. Insieme ad altri strumenti di rete come twitter, ad esempio, costiuscono più che uno strumento di comunicazione di massa, uno strumento di conversazione di massa. Oltre che un attacco alla libertà di stampa qui è in gioco la libertà di parola.
internet non è un mezzo di comunicazione broadcast e generalmente un blog personale non ha uno stuolo di lettori estesissimo. Ad un post ci sia arriva talvolta per caso dopo aver inserito una chiave di ricerca su google e non è detto che la rettifica, di fatto, raggiunga tutti i lettori che sono transitati per il blog che ha pubblicato la notizia “errata”. In sostanza il meccanismo di rettifica pensato per la stampa ha una scarsa efficacia e non risolve, se mai ce ne fosse il bisogno, il problema della tutela del cittadino diffamato.

Va aggiunto inoltre che ogni utente della rete che si ritenga leso o diffamato o semplicemente voglia rettificare un imprecisione o una svista, può lasciare, nella stragrande maggioranza dei casi, un commento sul blog “incriminato”, contattare l’autore o comunque diffondere presso la propria rete sociale un suo “comunicato stampa” (via mail, o attraverso tutti i servizi web che riterrà utile utilizzare)  indicando nella rettifica il link del blog che contiene l’informazione errata. Esercitando di fatto un proprio diritto nella maniera più efficace possibile e indirizzando la rettifica ad un pubblico mirato. un diritto di rettifica attivo, novità assoluta nella storia e molto ma molto più efficace di quello veicolato a mezzo stampa.

A tutti coloro poi che continuano ostinatamente ad assimilare l’attività del blogger a quella del gironalista o pubblicista chiedo:
volete assoggettarmi alla legge sulla stampa?. Bene. In cambio volgio allora l’iscrizione all’ordine. Si, si avete capito bene. L’Ordine. Ho scritto oltre 600 post in due anni che, statistiche alla mano, hanno raggiunto un numero di lettori (visitatori unici, uno diverso dall’altro) ben oltre la soglia di lettori di molte delle testate giornalistiche locali che pur danno diritto all’iscrizione all’albo. Un’attività non occasionale avendo in media scritto oltre un post al giorno e retribuita (si incassa da google pochi centesimi a post ma tanto vale in conseguneza della sentenza  sentenza 21-23 marzo 1968 n. 11 della Corte Cotituzionale).

Per concludere due parole sulle forme di protesta che vanno nascendo in questi giorni. C’è chi propone di accodarsi alla gironata del silenzio indetta dal sindacato dei giornalisti Non credo sia il momento del silenzio, nemmeno simbolico. Credo invece che sia il momento di farsi sentire, sempre più forte.
Lo sciopero dell’informazione con una giornata di silenzio può andar bene e risulta altamente simbolico per tutti i media tradizionali, fondati su una logica broadcast. si spegne la sorgente, il silenzio è assoluto. ma per un mezzo  di conversazione di massa, restare in silenzio non credo sia utile ne la valenza simbolica ne risulterebbe accresciuta.
Trovo molto più interessante la proposta di dedicare la giornata spesa scrivendo sul proprio blog alla riflessione, postando almeno 10 post sul tema e taggandoli tutti ‘noalbavaglio’. proposta di Gianluigi Cogo e che sottoscirvo entusiaticamente. Meglio ancora se ci si raccogliesse tutti intorno al blog http://14luglio2009.wordpress.com/