200804162357L’anno scorso, le insegnanti di mio figlio che frequenta la scuola materna mi hanno detto “i bambini vanno controllati davanti alla televisione”.
Ora, io che la televisione la guardo veramente poco per non dire niente e a mio figlio che per il 90 % faccio guardare i DVD sono cascato dalle nuvole. La “cattiva maestra televisione” aveva colpito ancora.

Perplesso ho cominciato a riflettere ponendomi delle domande.

  • Ci si può ancora difendere dalla TV?
  • Basta insegnare ai ragazzi il linguaggio dei media ?
  • Il controllo parentale è in qualche maniera praticabile in un era dove l’immagine ed I media la fanno da padrone?
  • Ma soprattutto che ruolo ha la scuola in tutto questo?. E’ giusto lasciare solo alle famiglie il ruolo di controllori ed educatori all’uso dei media?
  • Quante persone hanno I mezzi necessari per assolvere a questo compito?

Mi sono reso conto dall’osservazione mossami che la formula popperiana della cattiva maestra televisione è diventata poco più di un luogo comune e che la scuola li si è fermata in tema di educazione ai linguaggi dei media, usandola per assolversi . I ragazzi, oggi, la televisione la consumano ma spesso la fanno, con I telefonini, le videocamere e la distribuiscono via internet. Terminali audio video sono ovunque, in tasca, nelle vetrine, a scuola non solo a casa e I genitori hanno il controllo solo per le poche ore pomeridiane e serali in cui stanno con I figli. Sempre meno.

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Soprattutto la televisione non è più solo il tubo catodico. La televisione oggi è zaino, diario, quaderno penna, tuta e scarpe, pupazzo, figurine, carte da collezionare, merendine, mutande, palloni; si chiama merchandising. Nasce prima il prodotto e poi il cartone animato, il film, la TV dei ragazzi. La televisione segue I bambini anche quando lo schermo è spento. Winx, Gormiti, Spiderman…
E ancora, nell’unità di tempo, oggi passano il doppio dei messaggi rispetto alla televisione di una generazione fa. Ritmo della narrazione e frequenza della programmazione, diversificazione dei palinsesti creano un vero e proprio ecosistema mediatico destinato ai bambini e agli adolescenti e non certo a scopi pedagogici.

Dirò di più, siamo già oltre, perché l’ecosistema non ha nemmeno più come scopo la vendita del prodotto. Il ciclo di vita di un prodotto è diventato troppo breve, a volte non supera I 12 mesi. L’ecosistema è creato per vendere “stili di vita” per incarnare I quali è necessario acquistare una serie di prodotti. Quale si l’oggetto che meglio è in grado esprimere lo “stile di vita” lo posso decidere comodamente sui tavolini delle divisioni marketing.

Eppure la scuola mette I paletti alla Televisione, si assolve scaricando sui genitori la responsabilità del controllo dei minori, e chiede pantaloni con l’elastico e scarpe con lo strap più funzionali per gestire le noiose operazioni di aiuto nell’ espletamento dei bisogni fisiologici dei piccoli. Punto. Se poi tutto ciò che li circonda, li avvolge, li riscalda, li alimenta, li riporta inevitabilmente davanti alla televisione, dentro la televisione questo non importa. Alla scuola non sembra importare riducendo tutto all’ allontanamento da un dispositivo e non dal suo contenuto. Content is the king questo dovrebbero imparare genitori e docenti e non solo su internet o in TV, in tutte le espressioni del pensiero umano, anche quello a fini pedagogici, anche nel consumo.

La collaborazione scuola genitori dovrebbe andare nei due sensi con I genitori che seguono I consigli dei docenti ma anche con I docenti disposti ad imparare quando ne hanno la possibilità. Tenterò un esperimento di collaborazione con la scuola, prossimamente, per spegnere la televisione tenendo acceso lo schermo. Vediamo come reagiranno la scuola ed I docenti.

“Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto“, K.Popper

E’ ora di scoprire pienamente il potere della televisione e di capire che media e mercati sono le due facce della stessa medaglia e che, ahimè, non si può controllare e basta, la TV bisogna comprenderla per difendersi.

Recitava lo spot di una nota consolle per video games: “la potenza è nulla senza il controllo”